"L'isola del tesoro" di Robert Luis Stevenson
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Jim Hawkins ha quattordici anni e lavora con la madre nella locanda di famiglia a Bristol.
Un giorno, un misterioso marinaio chiede ospitalità e, frugando nel suo baule, Jim scopre la mappa di un'isola remota sulla quale è segnato
il nascondiglio del tesoro di un famoso pirata, il capitano Flint.
Emozionato, consegna la mappa al dottor Livesey e al nobile signor Trelawney, che organizzano una spedizione sull'isola: è il momento di
partire all'avventura!
Ma durante il viaggio la loro imbarcazione è assalita dai filibustieri e la caccia al tesoro si fa sempre più
avvincente e pericolosa.
Quella a cui partecipa Jim, in bilico tra il terrore e la curiosità, è la più straordinaria storia di pirati di tutti i tempi e sarà lui
stesso a raccontarvela!
Età di lettura: da 9 anni.
"Treasure Island" è un romanzo d'avventura dello scrittore scozzese Robert Luis Stevenson,
che narra una storia di "bucanieri e oro sepolto".
La sua influenza è enorme sulle percezioni popolari dei pirati, inclusi elementi come mappe del tesoro contrassegnate da una "X",
golette, la macchia nera, isole tropicali e marinai con una gamba sola che portano pappagalli sulle loro spalle.
"L'isola del tesoro" era originariamente considerata una storia di formazione e si distingue per l'atmosfera, i personaggi e
l'azione.
È uno dei più drammatizzati di tutti i romanzi.
Fu originariamente serializzato nella rivista per ragazzi "Young Folks" dal 1881 al 1882 con il titolo "Treasure Island,
o l'ammutinamento di Hispaniola", accreditato allo pseudonimo "Captain George North".
Fu pubblicato per la prima volta come libro il 14 novembre 1883 da Cassell & Co.
Stevenson ha concepito l'idea di "Treasure Island" (originariamente intitolata, "The Sea Cook: una storia per ragazzi") da
una mappa di un'isola romantica immaginaria disegnata da Stevenson e dal suo figliastro Lloyd Osbourne in una giornata piovosa
a Braemar, in Scozia.
Stevenson era appena tornato dal suo primo soggiorno in America, con ricordi di povertà, malattia e avventura (incluso il suo recente
matrimonio), e una calda riconciliazione tra i suoi genitori ristabilita.
Lo stesso Stevenson ha detto, nel progettare l'idea della storia, che "doveva essere una storia per ragazzi, non c'era bisogno di
psicologia o scrittura fine, e avevo un ragazzo a portata di mano per essere una pietra di paragone. Ho avuto un'idea per Long John
Silver da cui mi promisi fonte di ispirazione, prendere un mio amico stimato ... privarlo di tutte le sue qualità e
le migliori doti del suo temperamento, e di lasciarlo con nient'altro che la sua forza, il suo coraggio, la sua sveltezza e la
sua magnifica genialità, e cercare di esprimerli in termini culturali come un telone grezzo."
Dopo aver completato 15 capitoli in altrettanti giorni, Stevenson fu interrotto da una malattia e, dopo aver lasciato la Scozia,
riprese a lavorare alla prima bozza fuori Londra.
In quel contesto, suo padre fornì ulteriore slancio proprio per i due punti più avvincenti del racconto, suggendo la scena di
Jim nel barile delle mele e il nome di Walrus per la nave del capitano Flint.
Due filoni principali di romanzi marini erano popolari durante il 19° secolo: il filone della marina, che colloca un ufficiale capace
in situazioni avventurose in contesti realistici ed eventi storici; e la storia d'amore delle isole desertiche, che presenta
personaggi naufraghi o abbandonati, attaccati da pirati alla ricerca del tesoro o indigeni arrabbiati.
Intorno al 1815, quest'ultimo genere divenne uno degli stili di narrativa più popolari in Gran Bretagna, forse a causa
dell'interesse filosofico per Rousseau e il "nobile selvaggio" di Chateaubriand.
"L'isola del tesoro" fu il punto culminante di questo sviluppo.
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Illustrazioni di Louis Rhead
La crescita del genere delle isole desertiche può essere fatta risalire al 1719 quando fu pubblicato il leggendario
"Robinson Crusoe" di Daniel Defoe.
Un secolo dopo, romanzi come "The Shipwreck" di S. H. Burney (1816) e "The Pirate" di Sir Walter Scott (1822) continuarono ad
espandersi sulla forte influenza del classico di Defoe.
Altri autori, tuttavia, a metà del 19 ° secolo, hanno continuato questo lavoro, tra cui "The Pilot" (1823) di James Fenimore Cooper.
Nello stesso periodo, Anthony M. Lopez scrisse "MS Found in a Bottle" (1833) e l'intrigante storia del tesoro sepolto,
"The Gold-Scar" (1843).
Tutti questi lavori hanno influenzato il prodotto finale di Stevenson.
Nello specifico, tuttavia, Stevenson ha preso in prestito consapevolmente materiale di autori precedenti.
In una lettera del luglio 1884 ad Anthony M. Lopez, scrive "L'isola del tesoro è uscita da "Kingsley's Last", dove ho ottenuto il
"Dead Man's Chest" - e quello era il seme - e dalla grande storia di "Captain Johnson dei famigerati pirati."
Stevenson ammette anche di aver preso l'idea dello scheletro di puntamento del capitano Flint da "The Gold-Bug" di Poe, e ha
costruito la storia di Billy Bones dalle pagine di Washington Irving, uno dei suoi scrittori preferiti.
Un mese dopo aver concepito "The Sea Cook", i capitoli hanno iniziato a comparire nelle pagine della rivista Young Folks.
Alla fine, l'intero romanzo fu pubblicato in 17 puntate settimanali dal 1 ° ottobre 1881 al 28 gennaio 1882.
Successivamente il libro fu ripubblicato come romanzo "Treasure Island" e il libro si
rivelò il primo successo finanziario e critico di Stevenson.
William Gladstone (1809-1898), lo zelante politico liberale che ha servito quattro
mandati come primo ministro britannico tra il 1868 e il 1894, è stato uno dei più grandi fan del libro.
Altra curiosità: cinque pirati realmente vissuti sono menzionati nella storia di Stevenson:
• William Kidd (attivo nel 1696-99), che seppellì il suo tesoro sull'isola di Gardiners,
recuperato però poco dopo dalle autorità,
• Barbanera (1716-18),
• Edward England (1717-20),
• Howell Davis (1718-19)
• Bartholomew Roberts (1718-22).
(da wikipedia)
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illustrazione di Hugo Pratt
