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Biografia di

   

“Pare sia la prima volta che una psicoanalista viene messa a dirigere un asilo infantile.
Se si insegna la libertà a un bambino fin dall'inizio forse diventerà un uomo veramente libero.”


Sabine Spielrein

I suoi libri

 



Sabine Nikolaevna Spil'rejn, più nota come Sabine Spielrein (Rostov sul Don, 7 novembre 1885 - Rostov sul Don, 12 agosto 1942), è stata una psicoanalista russa, una delle prime donne ad esercitare questa professione.


Figlia del ricco commerciante ebreo, Nikolaj Abramovic e di Eva Markovna, nel 1904 si diplomò a pieni voti nel ginnasio di Rostov.
Quell'estate, sofferente di una grave forma di isteria fu ricoverata nell'ospedale psichiatrico di Burghölzli, nei pressi di Zurigo, dove all'epoca lavorava Carl Gustav Jung, che la curo' e con il quale intrattenne una relazione.

Nel 1905 s'iscrisse alla Facoltà di Medicina dell'Università di Zurigo, laureandosi, il 2 settembre 1911, con la tesi "Sul contenuto psicologico di un caso di Dementia praecox".

Rotti i rapporti con Jung, dall'ottobre si stabilì a Vienna, dove conobbe Sigmund Freud e divenne membro della Società Psicoanalitica, presentandovi il suo lavoro "Destruktion als Ursache des Werdens".
Tornata a Rostov, il 1º giugno 1912 vi sposò il medico russo Pavel Seftel' e il 17 dicembre 1913 nacque la prima figlia, Renata.
La famiglia si trasferì a Zurigo, da dove il marito, richiamato alle armi, nel gennaio del 1915 partì per la Russia, mentre Sabine e Renata si stabilirono a Losanna.

Nel settembre del 1920 prese parte a L'Aja al VI Congresso internazionale di psicoanalisi, leggendovi la relazione Sulla questione dell'origine e dello sviluppo del linguaggio.


Stabilitasi a Ginevra, lavorò all'Istituto Jean-Jacques Rousseau e conobbe Jean Piaget.
Nel settembre del 1922 partecipò a Berlino al VII Congresso internazionale di psicoanalisi.
Nell'estate del 1923 ritornò con la figlia in Unione Sovietica.

A Mosca, con Vera Schmidt, fondò un asilo infantile d'avanguardia, Solidarietà internazionale (anche detto Asilo bianco per il colore delle pareti e del mobilio).
L'istituto era fondato su principi molto moderni per l'epoca, infatti si cercava di far crescere i bambini e le bambine come persone libere. Tra i suoi ospiti vi fu anche un figlio di Stalin, Vasilij.

Lei stessa scriverà a Jung con il quale continuerà ad avere fitti rapporti epistolari: "Pare sia la prima volta che una psicoanalista viene messa a dirigere un asilo infantile.
Ciò che vorrei dimostrare è che se si insegna la libertà ad un bambino fin dall'inizio, forse diventerà un uomo veramente libero... ci metterò tutta la mia passione".


Ottiene risultati molto incoraggianti e pubblica opere sui suoi esperimenti di lavoro con i bambini che a tutt'oggi vengono studiate nelle nostre Facoltà di psicologia.


Ha lasciato tracce molto positive di sè.
A moltissimi anni di distanza, una vita, uno dei suoi allievi dell'asilo bianco, uno degli ultimi sopravvissuti tra i suoi ex alunni, ancora la ricorda con commozione e affetto e tiene nella propria stanza un ritratto di Sabine.
Sabine entrò anche nella Società Psicoanalitica russa e insegnò psicologia infantile nella Seconda Università Statale di Mosca.
Ripresi i rapporti con il marito, il 18 giugno 1926 nacque la seconda figlia Eva.

Nel 1930, impostasi la dottrina staliniana, la psicoanalisi non ottenne dignità di scienza e venne sciolta la Società Psicoanalitica.
Nel 1935 Sabine Spielrein perdette il posto di psicologa infantile e lavorò come medico scolastico.
Nell'estate del 1937 il marito morì di un attacco cardiaco, mentre i tre fratelli di Sabine, Jan, Emil e Isaac, arrestati con la falsa accusa di «spionaggio e appartenenza a organizzazione controrivoluzionaria», vennero tutti giustiziati.
Ritiratasi nel 1941 a Rostov, Sabine e le sue figlie furono tra le 27.000 vittime del massacro di ebrei e prigionieri di guerra sovietici perpetrato dai nazisti nell'agosto del 1942.


Le sue carte e la sua corrispondenza con Jung e Freud vennero in seguito rinvenute e pubblicate. Grazie a questo ritrovamento la sua figura umana e professionale, a lungo ignorata o sottovalutata, salì alla ribalta, grazie anche alla pubblicazione nel 1980 del libro di Aldo Carotenuto "Diario di una segreta simmetria: Sabine Spielrein tra Jung e Freud".

In esso per la prima volta si faceva esplicito riferimento ad una possibile relazione sentimentale tra la Spielrein e Jung, e alle conseguenze che detta relazione (in cui Freud rappresentò un terzo elemento esterno ma determinante) ebbe sullo sviluppo del concetto di controtransfert e sull'elaborazione del concetto di pulsione di morte (Todestrieb) formulato dallo stesso Freud.

Freud la cita esplicitamente in una nota di "Al di là del principio di piacere" (1920) nei seguenti termini: «Buona parte di questi concetti è stata anticipata da Sabine Spielrein (1912) in un suo erudito e interessante lavoro, ma che, disgraziatamente, mi appare poco chiaro. Ella definisce l'elemento sadico della pulsione sessuale come "distruttivo"».



"Prendimi l'anima" è un film biografico diretto da Roberto Faenza, ispirato alla figura della psicoanalista russa Sabina Spielrein e al suo rapporto sia terapeutico che amoroso con Jung.
Gli interpreti principali sono Emilia Fox e Iain Glen.
È stato prodotto in Italia, Francia e nel Regno Unito nel 2002.




La bibliografia di Sabina SPIELREIN
dal sito www.spiweb.it/ società psicoanalitica italiana


Gli scritti psicoanalitici di SABINA SPIELREIN sono raccolti in:









 

"Comprensione della schizofrenia e altri scritti". SPIELREIN S.(1986) Napoli, Liguori.
"Diario di una segreta simmetria". (1980) Roma, Astrolabio di Aldo Carotenuto, che contiene Il Diario di Sabina Spielrein ed alcune sue lettere a Sigmund FREUD e a Carl Gustav JUNG .
"Sabina Spielrein. Una pioniera dimenticata" (2003), il libro, curato da C. Covington, B. Wharton, riporta le lettere di Carl Gustav Jung a Sabina Spielrein (alcune inedite) e le cartelle cliniche di Sabina, giovane paziente di Jung, ricoverata al Burghölzli di Zurigo dal 17 agosto 1904 al primo giugno 1905.


La bibliografia essenziale su Sabina SPIELREIN è da ricercarsi in:






































































 

APPIGNANESI L., FORRESTER J. (1992). "Sigmund Freud e le sue donne". Milano, La Tartaruga, 2007.
BALSAMO M., NAPOLITANO F. (1998). "Freud, lei e l'altro - Sulla genesi della teoria psicoanalitica". Milano, Franco Angeli.
BASSAN F. (1983). "Sabina Spielrein e la pulsione di morte". Riv. Psicol. Anal., XXVII, 157-161.
BETTELHEIM B. (1983). "Scandalo in famiglia". Rivista di Psicologia Analitica, 28, 86-117.
BETTELHEIM B. (1989). "Una segreta asimmetria". In La Vienna di Freud, Milano, Feltrinelli, 1990.
CAROTENUTO A. (1980). "Diario di una segreta simmetria". Roma, Astrolabio.
CAROTENUTO A. (1982a). "Lettere di Sigmund Freud a Sabina Spielrein 1909-1923". Rivista di Psicologia Analitica, 25, 197-213.
CAROTENUTO A. (1982b). "A secret symmetry". New York, Pantheon Books.
CAROTENUTO A. (1985)." More about Sabina Spielrein - A response to Bettelheim". Spring, 2, 129-136.
CAROTENUTO A. (1986). "Tagebuch einer heimlichen Symmetrie. Sabina Spielrein zwischen Jung und Freud". Freiburg, Kore.
CIFALI M. (1988). "Une femme dans la psychanalyse, Sabina Spielrein, un autre portrait. Le Bloc-notes de la psychanalyse", 8.
CORSA R. (2000). "Lady Lazarus e altre storie. Il contributo di Sabina Spielrein alla comprensione della schizofrenia". Giornale Storico di Psicologia Dinamica, 48, 43-74.
CORSA R. (2006). "Psicoanalisi confessionale: la tecnica dei "mandarini cinesi" al tempo dei pionieri. Le narrazioni intime di Sabina Spielrein e di Otto Gross al servizio della causa psicoanalitica. Studi Junghiani, 11, 1.
CORSA R. (2010a). "Il contributo di Sabina Spielrein alla comprensione della schizofrenia". Notazioni storiche sull'istinto di morte. Riv. Psicoanal., 1, 73-94.
CORSA R. (2010b). "Una pagina musicale nell'opera di Sabina Spielrein". In: G. Gabbriellini (a cura di), Psicoanalisi e Musica. Pisa, Felici.
CORSA R. (2011). "Il caso Spielrein. In: Se la cura si ammala. La caducità dell'analista". Seriate, Kolbe, 138-167.
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CREMERIUS J. (1988). "Astinenza: norma ideale e realtà". In: Anonima, Seduzione sul lettino. Torino, Boringhieri, 1990, 135-152.
CREMERIUS J. (1991). "La regola psicoanalitica dell'astinenza: dall'uso secondo la regola all'uso operativo". In Limiti e possibilità della tecnica analitica. Torino, Boringhieri.
DRAHON-GALLARD M. (1982). "Un corps de femme entre deux corps de doctrine". Cahiers de Psychologie Jungienne, XXXIV, 1-14.
GUIBAL M., DOBECOURT J. (a cura di) (1981). "Sabina Spielrein entre Freud e Jung". Paris, Aubier Montagne.
KERR J. (1993). "Un metodo molto pericoloso". Farigliano (CN), Frassinelli, 1996.
KRESS-ROSEN N. (1994). "La passione di Sabina. Freud, Jung e Sabina Spielrein". Milano, La Tartaruga, 1997.
LJUNGGREEN M. (1984). "Contributo alla bibliografia di Sabina Spielrein". Giornale Storico di Psicologia Dinamica, XVI, 49-60.
LOTHANE Z. (1996). "In defense of Sabina Spielrein". Int. Forum Pyschoanal., 5, 203-217.
MCGUIRE W. (a cura di) (1974). "Lettere tra Freud e Jung". Torino, Boringhieri.
MINDER B. (1993). "Sabina Spielrein: paziente di Jung nel Burghölzli". Rivista di Psicologia Analitica, 48, 159-211.
MINDER B. (2007)."Un documento: da Jung a Freud", 1905. "La relazione su Sabina Spielrein". In: Covington C. e Wharton B. (a cura di), Sabina Spielrein. "Una pioniera dimenticata". Milano, La biblioteca di Vivarium, 239-248.
MOLFINO F. (1992). "Sabina Spielrein, la paziente". In: Vegetti Finzi S. (a cura di), Psicoanalisi al femminile. Bari, Laterza, 231-282.
NERI N. (1995). "Oltre l'ombra. Donne intorno a Jung". Roma, Borla.
OLIVOTTO I. (2010). "Sabina Spielrein, psicoanalista infantile". In: Corsa R., Olivotto I. e Polojaz V., Riflessioni attuali su temi antichi: l'indagine psicoanalitica della schizofrenia, la psicoanalisi infantile ed il suo intreccio con la pedagogia nell'opera di Sabina Spielrein e di Vera Schmidt. Relazione letta al Centro Veneto di Psicoanalisi, 23 gennaio 2010.
PERSON E.S. (1988). "Dreams of love and fateful encounters". New York, Norton & Co.
TERRIBILE P. (1983). "Freud e Spielrein: notazioni in margine al concetto di pulsione di morte". Giornale Storico di Psicologia Dinamica, VII/XIV, 88-102.




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