"Libia" di Guglielmo Marino
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"LIBIA"
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Sono note le sibille o le pizie o sacerdotesse o profetesse dei gloriosi templi antichi di:
• Eliopolis,
• Tebe,
• Eleusi,
• Delfo,
• Olimpia.
Questo libro contiene la storia di Libia B. Martinengo, una rarissima sibilla dei nostri tempi, di indubbia matrice
medianica, il cui "Dettato dai Cieli della Mente" coinvolge la sfera dell'alto Intelletto, dove tutto diventa dono.
Premessa di Guglielmo Marino:
Libia B. Martinengo, era una provvidenziale creatura dotata di rare facoltà di matrice medianica in obbedienza agli
Spiriti magni che, dai cieli della Mente, attraverso lei dettavano la Conoscenza in luce con il cristico essenziale.
È probabile che a suo tempo sia stata: "sibilla di Apollo in Delfo", quindi ispiratrice anche di Pitagora.
Nelle sue "sedute medianiche" settimanali incorporava un'Entità disincarnata che noi definivamo: "Il Maestro", al quale un giorno fu chiesto:
"chi sei"? rispose: "Io sono la parte migliore di voi; Io sono voi, voi siete me".
Successivamente, intorno agli anni ottanta del 1900, supponemmo che fosse "Tearcos", ovvero "Socrate".
In verità, per quanto mi riguarda, ho sempre supposto che "Colui che noi definivamo Maestro" fosse qualcosa di più, cioè
l'Unità di sette grandi Maestri di iniziazione, infatti una volta gli fu chiesto: "Maestro, che ne è stato della storica e antica biblioteca di Alessandria"?
Il Maestro rispose: "Io sono la biblioteca di Alessandria".
Ogni settimana, dal 1949 al maggio 2000, l'incontro con il Maestro, attraverso Libia, era riportato in una dispensa ciclostilata.
Ogni incontro una dispensa.
Nel contempo, a lato degli incontri medianici, Libia, suggerita dagli autori disincarnati, scrisse i seguenti libri:
• "La Superba Avventura" (costituita da bollettini bimestrali rilegati , scritti dal 1949 al
  1954);
• Giovanni l'annunziatore;
• Una Donna chiamata Maria;
• Giosuè Borsi (Vita astrale di G. Borsi);
• La Straordinaria avventura del soldato John (ristampato in seguito con il titolo "Oltre il
  limite" - Edizioni Ariete e in
seguito da IDM Torino).
È notevole poter narrare, come vedremo attraverso "Le Lettere di Nice a Guglielmo",
le vicissitudini di questa "creatura-personaggio", fragile nel "suo tutto, ma anche tenace e imponente in taluni risvolti della sua
personalità umana"; modo d'essere tipico delle creature libere però vincolate a determinate forme di "obbedienza all'attrito che lo Spirito
imponderabile crea quando discende nelle sue stesse creazioni".
Era una grande "creatura dotata di facoltà medianiche", in veste anche di dolore e di olocausto, della cui "etero-natura" neanche la
scienza, oggi, sa dirci gran che.
È ritornata ai suoi cieli il 16 maggio del 2000.
Purtroppo, un mio ricovero d'urgenza in ospedale a Como, mi impedì d'essere presente al suo funerale.
Vidi Libia due giorni prima del suo trapasso, in clinica, nel suo ultimo letto di dolore. Mi riconobbe e mi parlò.
Soffriva molto. La sua vita è stata "tutto un insieme di sorriso, di lotta, di dolore e di donazione".
Conobbi Libia nel 1951 quando fui ammesso (accettato) in Idea Spiritualista-nata quattro anni prima.
A tutto il 1999 ma particolarmente fino al 1990, l'insegnamento del Maestro fu, attraverso lei, l'orizzonte del sentiero del mio
Mente-Cuore-Amore alla ricerca della "Verità che ci farà liberi".
Più precisamente, cinquant'anni or sono, (come più chiaramente dirà Nice) sette veri uomini di buona volontà, coscienti, responsabili,
sereni, spontanei, non ultimi arrivati nei diversi piani delle Scienze dell'uomo, anelanti al Vero universale, si raccolsero sacralmente
intorno a "Libia mezzo-medium" e dettero vita a un "Alto Dettato dal cielo della Mente", che sarebbe durato quaranta e piú anni.
Costituirono l'"Ecclesia Pitagorica" che a sua volta, intorno alla fine degli anni quaranta, promosse l'Ass. I.S. (Idea Spiritualista in Torino).
Successivamente, dieci individui, taluni di provenienza da Ecclesia Pitagorica, altri da I.S., fondarono il CESIT. (Centro Studi Iniziatici
Tradizionali).
Io ero uno dei componenti di Idea Spiritualista, del CESIT e, per diversi aspetti, anche di Ecclesia Pitagorica, nel senso che sebbene io
sia giunto in Idea Spiritualista quattro anni dopo il suo inizio, il "Maestro" (a criterio della sua lungimiranza) mi concesse un grande
dono suggerendo all'indimenticabile mio amico, fratello e anche maestro-presidente Ettore Paniè di darmi in visione i suoi privati "cinque
segreti quaderni di appunti" che egli aveva trascritto dal Mente dettato in ogni incontro con il "Maestro" in Ecclesia Pitagorica.
Per inciso: L'Ecclesia Pitagorica era costituita unicamente da sette componenti. Non era concesso fare domande al Maestro (incorporato in
Libia), né prendere appunti né parlare tra i sette componenti né accavallare le gambe.
Era d'obbligo una tunica di lino bianco. Alla fine dell'incontro con il "Maestro", ognuno dei sette componenti si affrettava, rammemorando,
a prendere appunti sintetizzando ciò che aveva recepito nell'incontro medianico.
Molti dei veterani di Ecclesia Pitagorica e di Idea Spiritualista sono nella Luce e nella Verità che inseguirono in vita e che seppero
esprimere.
Giocoforza e in nome della Testimonianza di un'Idea culturale-spirituale che innamorò e che ancora oggi innamora di sé, si è portati
"a fare" qualche nome, quanto meno nel pieno rispetto dei primi fondatori storici (che ritroveremo specificati nel loro ruolo in "Lettere a
Guglielmo" di Nice Paniè): (Omissis).
Fondatore e presidente di: Ecclesia Pitagorica e di Idea Spiritualista era l'ingegnere Ettore Paniè reduce dalla guerra in Russia.
Il suo nome risuona tuttora come quello di "un maestro venerato" seguito da quanti all'oremus preferirono il "capimus".
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