"Incontri con uomini straordinari" di George Gurdjieff
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"INCONTRI CON UOMINI STRAORDINARI"Autore George I. Gurdjieff 12,35 invece di 13,00 euro |
Le avventure picaresche raccontate in questo libro «con una semplicità orientale che sconcertava per la sua
apparenza di ingenuità» sono per George I. Gurdjieff innanzitutto uno
strumento per iniziare il lettore alle sue dottrine, per sottoporlo a una
serie di choc e di paradossi che possono orientarlo verso il risveglio.
Gurdjieff è una delle più enigmatiche e soggioganti figure che abbiano traversato questo secolo. Per molti, incontrarlo volle
dire «cambiare la vita», imparare a essere: fra questi René Daumal, Katherine Mansfield, il filosofo Uspenskij.
E molti furono anche i suoi nemici e denigratori, che videro in lui soltanto un mistificatore dai pericolosi poteri.
Quando Gurdjieff arrivò in Francia, nel 1922, accompagnato da un piccolo gruppo di seguaci, già lo precedevano disparate
leggende.
A Parigi, in breve tempo, dopo che egli ebbe costituito la comunità del Prieuré, presso Fontainebleau, si cominciò a parlare
di lui come di un maestro inaudito e sconcertante, che insegnava innanzitutto – con l’ausilio di tecniche che sembravano
collegate ad antichissime dottrine orientali – a risvegliarsi da una vita di automi addormentati.
Tale, infatti, egli giudicava la vita normale degli occidentali.
Da quel momento fino alla morte, avvenuta a Parigi nel 1949, l’insegnamento di Gurdjieff si diffuse capillarmente, toccando
le persone più diverse: e ancora oggi i suoi seguaci sono sparsi in ogni parte del mondo.
Con "Incontri con uomini straordinari",
pubblicato postumo nel 1960, Gurdjieff non ci introduce soltanto al suo insegnamento, ma solleva il velo sulla sua vita
precedente all’arrivo in Francia.
Per lui, comunque, come per i sapienti antichi, velare e svelare sono lo stesso gesto, sicché tutto si troverà in queste
memorie salvo un taglio di esattezza documentaria: questi ricordi, strabilianti come un sontuoso romanzo d’avventure, animati
in ogni riga da una sapiente buffoneria e da un’ispida bruschezza, raccontati nella stessa maniera che usava nella vita,
«con una semplicità orientale che sconcertava per la sua apparenza di ingenuità», sono per Gurdjieff innanzitutto uno
strumento per iniziare il lettore alle sue dottrine, per sottoporlo a una serie di choc e di paradossi che possono orientarlo
verso il risveglio.
Dal padre di Gurdjieff, splendida figura di cantore mediorientale, ai suoi imprevedibili amici e compagni in spedizioni nel
cuore dell’Asia, alla ricerca della Conoscenza nascosta, vediamo sfilare davanti ai nostri occhi una serie di persone che
hanno come una dimensione in più del reale, un po’ come la coscienza nel senso di Gurdjieff ha tutt’altra dimensione rispetto
alla coscienza nel senso comune.
Ognuna di queste figure si impone con la concretezza dei più felici personaggi romanzeschi, ognuna contribuisce per la sua
parte a illuminare in una certa prospettiva un insegnamento che mette tutto in causa, ognuna infine rispecchia, in una
moltitudine di sfaccettature, il personaggio che sta al centro e parla – e indubbiamente è il più straordinario di tutti:
Gurdjieff stesso, ‘l’inconoscibile Gurdjieff’.