• Sulle ali della fantasia, ogni libro apre i confini della mente, per rendere infiniti i paesaggi del mondo interiore...
  • Non sentite anche voi diffondersi un delicato ed irresistibile profumo di libri?
  • Mani che creano veloci, occhi che cercano colori e ricordi, desideri antichi di inventare nuove forme: la Bellezza che l'anima rincorre!

Biografia di

 

Natalia Aspesi

"Ignoranti i giornalisti?
Se eravamo gente di cultura mica facevamo questo mestiere."


I suoi libri

Natalia Aspesi, nata a Milano il 23 giugno 1929, è una delle più autorevoli giornaliste di costume.

È autrice di:









 

"Amore mio, ti odio", Questioni di cuore. Amare in Italia ieri, oggi e domani,
"Delle donne non si sa niente" (2015),
"Festival e funerali". Dai costumi ai malcostumi. Una storia italiana.
"Sentimental". Diario italiano di amore e disamore,
"La donna immobile" (1974),
"Lui visto da lei" (1978, messo in scena da Paolo Poli),
"Vivere in tre" (1981),
"Il lusso e l'anarchia" (1982),
"Dai costumi ai malcostumi. Una storia italiana" (2011),

«Mamma Aspesi restò vedova che Natalia aveva cinque anni e sua sorella poco più. Milanese fino al midollo si tirò su le maniche, ma pretese altrettanto dalle figlie.
Al momento di mandare Natalia al Ginnasio-Liceo, disse: "Non ti puoi permettere altri cinque anni di studi", e la spedì all'Artistico delle Orsoline, per un corso di disegno in tre anni.
Come primo impiego, la ragazza disegnò tessuti in un piccolo studio.
Era l'immediato dopoguerra e c'erano mille occasioni di lavoro. Poco pagata e con la mamma che scalpitava, traslocò dai tessuti a un'azienda di macchine per impastare i formaggi.
Ci restò un decennio.
Per caso, un amico redattore alla Notte le disse: "Qui lavora chiunque, vuoi provare?". Scrisse su una mostra di cani a Bellagio e capì che le piaceva.
Prese coraggio e lasciò il cacio per Annabella. Passò al Giorno, dove è rimasta 16 anni, poi alla Repubblica nel 1976, l'anno della fondazione» (Giancarlo Perna).
Fu assunta al Giorno solo perché se n'era andata Adele Cambria, l'unica redattrice. «Serviva il simbolo democratico di una donna, su 300 uomini.
Il bello è che fui fatta subito inviato, mentre i maschi aspettavano anni.
Non volevano donne in redazione: temevano turbamenti».

«Uno degli esempi migliori del buon vecchio giornalismo all'italiana.
Lei si diverte molto a fare il suo mestiere, e di conseguenza si divertono anche i suoi lettori; si occupa di cose diverse con straordinaria diligenza e competenza, ma anche con distacco e ironia: il cinema, la moda, la letteratura rosa per lei non hanno misteri, i rapporti di coppia sono il pane quotidiano con cui alimenta la sua rubrica "Questioni di cuore" sul Venerdì»
(Giulia Borgese).

Cugina di Anna Piaggi, giornalista di moda e scrittrice, scomparsa nel 2012.
Ha detto «Se un uomo si dichiara femminista non c'è tempo da perdere: su le mutande e via».
GIORGIO DELL'ARTI



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