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Biografia di

 
Carlo Collodi Lorenzini

"Il corvo: 'A mio credere il burattino è bell'e morto; ma se per disgrazia non fosse morto, allora sarebbe indizio sicuro che è sempre vivo."

"L'uomo, per tua regola, nasca ricco o povero, è obbligato in questo mondo a far qualcosa, a occuparsi, a lavorare.
Guai a lasciarsi prendere dall'ozio!
L'ozio è una bruttissima malattia, e bisogna guarirla subito, fin da ragazzi: se no, quando siamo grandi, non si guarisce più."


I suoi libri

Film dedicati a Pinocchio

Carlo Collodi, all'anagrafe Carlo Lorenzini (Firenze, 24 novembre 1826 - Firenze, 26 ottobre 1890), è stato uno scrittore e giornalista italiano.
È divenuto celebre come autore del romanzo "Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino", più noto come "Pinocchio".

Carlo Lorenzini nasce nel 1826 a Firenze in via Taddea (sulla casa oggi c'è una lapide).
Il padre, Domenico Lorenzini, era cuoco, e la madre, Angiolina (Maria Angela Carolina) Orzali, lavorava come domestica a servizio dei marchesi Ginori, insieme al marito.
Quest'ultima, figlia del fattore dei marchesi Garzoni Venturi era nata a Veneri presso Collodi (frazione di Pescia) il cui nome ispirò lo pseudonimo che rese lo scrittore famoso in tutto il mondo.

Poté studiare grazie all'aiuto della famiglia Ginori: il giovane Lorenzini fu infatti ospitato nel palazzo Ginori di via de' Rondinelli, sulla facciata del quale una targa ne ricorda la permanenza.
Dal 1837 fino al 1842 entrò in seminario a Colle di Val d'Elsa, per diventare prete e contemporaneamente ricevere un'istruzione.
Fra il 1842 e il 1844, seguì lezioni di retorica e filosofia a Firenze, presso un'altra scuola religiosa degli Scolopi.
Interruppe gli studi superiori nel 1844 e incominciò a lavorare come commesso nella libreria Piatti a Firenze.
Entrò così nel mondo dei libri e in seguito diventò redattore e cominciò a scrivere.

Nel 1845 ottenne una dispensa ecclesiastica che gli permise di leggere l'Indice dei libri proibiti.
Nel 1847 iniziò a scrivere recensioni ed articoli per la "Rivista di Firenze".
Nel 1848, allo scoppio della Prima guerra d'indipendenza si arruolò volontario combattendo con altri studenti Toscani a Curtatone e Montanara.

Tornato a Firenze fondò una rivista satirica, "Il Lampione" (censurata da lì a breve).
Nel 1849 diventò segretario ministeriale.
Nel 1850 diventò amministratore della Libreria Piatti, che, come spesso accadeva all'epoca, svolgeva anche attività di editoria.
Collodi collabora con i giornali: L'Opinione, il Nazionale, la Gazzetta d'Italia e l'Arte.
Nel 1853 abbandonò l'Arte per dirigere la Scaramuccia che poi acquistò con il contributo dello zio paterno.
Si occupò di tutto: musica, teatro, letteratura.
Nel 1856 collaborò con la rivista umoristica La Lente dove firmò per la prima volta con lo pseudonimo di Collodi.
Dello stesso anno sono le sue prime opere importanti: "Gli amici di casa" e "Un romanzo in vapore. Da Firenze a Livorno. Guida storico-umoristica".

Nel 1857 fu corrispondente a Bologna de L'Italia musicale di Milano.
Nel 1859 partecipò alla Seconda guerra d'indipendenza come soldato regolare piemontese nel Reggimento Cavalleggeri di Novara.
Finita la campagna militare ritornò a Firenze.
Nel 1860 diventò censore teatrale.
Nel 1868, su invito del Ministero della Pubblica Istruzione, entrò a far parte della redazione di un dizionario di lingua parlata, il "Novo vocabolario della lingua italiana secondo l'uso di Firenze".
Nel 1875 ricevette dall'editore Felice Paggi l'incarico di tradurre le fiabe francesi più famose.
Collodi tradusse Charles Perrault, Marie-Catherine d'Aulnoy, Jeanne-Marie Leprince de Beaumont.
Effettuò anche l'adattamento dei testi integrandovi una morale; il tutto uscì l'anno successivo sotto il titolo de "I racconti delle fate".
Nel 1877 apparve "Giannettino", e nel 1878 fu la volta di "Minuzzolo".

Il 7 luglio 1881, sul primo numero del periodico per l'infanzia Giornale per i bambini (pioniere dei periodici italiani per ragazzi diretto da Fernandino Martini), uscì la prima puntata de "Le avventure di Pinocchio" con il titolo "Storia di un burattino".
Vi pubblicò poi altri racconti (raccolti in Storie allegre, 1887).
Nel 1883 pubblicò "Le avventure di Pinocchio" raccolte in volume.
Nello stesso anno diventò direttore del Giornale per i bambini.

All'apice del successo, il 26 ottobre 1890, a un mese dal compimento del suo sessantaquattresimo anno, Collodi, mentre sta rientrando, viene stroncato, probabilmente da un infarto, proprio sull'uscio di casa.

È sepolto nel cimitero delle Porte Sante.

Nel 1962 è stata costituita la Fondazione Nazionale Carlo Collodi che ha, tra i suoi scopi, quello di diffondere e far conoscere nel mondo le opere del Collodi, in particolare "Le avventure di Pinocchio".

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